sabato 15 maggio 2010

Abemus Ameba

L'ameba si espande producendo codici e leggi, "diventa come noi" sussurra "riproduciti, compra, spreca, ridi felice, scopa, inginocchiati davanti al forte e chiudi le narici al debole che sta annegando, salta su unisciti a noi, amaci e sarai riamato" l'ameba converte i diversi e
poi li fagocita "non puoi scappare; o diventi anche tu il Felice Acquirente Forte e Simpatico oppure ti legheremo le budella ti strizzeremo i timpani con la paranoia, il disprezzo, la derisione, diverrai come noi, diverrai Noi, sorridi, consuma e crepa, sorridi, consuma e crepa" e tu hai bisogno di energia celestiale per starne fuori, hai bisogno di flunazepram, di eroina, di amfetamina per poter splendere di un'unica mostruosa supernova di Poesia, e ogni volta il tuo corpo diverrà terra cava, luogo di ctonii boati esistenziali, "hai osato lambire la fiamma pura, ora bruci gloriosa ma ti spegnerai falena disobbediente, diverrai grigio cenere di sigaretta, tumefatto livore d'odio e parlerai da solo, canterai filastrocche stonate alla luna d'osso, e poi alla fine diverrai ameba, merda d'ameba of course, ti appiattirai in limacciosa bava da abitante di marciapiedi, verrai calpestato dalla generazione eletta, i Sorridenti aurati che corrono come gazzelle sciocche verso il macello". Che tu sia maledetta Ameba informe, Antica Puttana, sottoprodotto del peccato originale, figlia di epici incesti tra demoni dell'Era Antica, Eva Cancerosa che vaghi inquieta spezzando le estasi sorgive degli Stiliti, che divori l'armonia naturale e la trasformi in isterici tic ossessivi, che spezzi l'Estate dei sogni Gialli e fai del giusto un ciarlatano, che tu sia maledetta peste umana, qual'è il tuo vero volto? riesco a tenere a bada i tuoi tentacoli solo quando sono Sole e brucio le tue profferte e le tue nere minacce. L'ameba giustifica se stessa, i suoi molti volti ridono di gusto nel legger(si) queste righe, daltronde il piu grande imbroglio che fece il diavolo fu di convincere tutti della sua inesistenza, l'Ameba non può vedersi perchè è troppo impegnata nel perseguire le sue stupide leggi, essa si da regole nuove ogni giorno e suoi arcipreti gridano litanie di vanagloria cantando la sua gloriosa imbecille Storia, uno sputo di catarro nell'oceano dello spaziotempo, alla fine quando mi avrai consumato Ameba canterò anchio le tue canzoni sguaiate, piangendo e stringendo nel pugno filo spinato canterò a squarciagola, stonato.