nel pallido torpore di un pomeriggio gioviano
bevvi con fare molle le putride acque dell'Oste
dalla sua tazza spezzata erompevano sorrisi aguzzi
sollevai lo sguardo all'osceno labbro leporino fremente
e dissi a Jones di mandare fuori il Ragazzo;
con fare torbido aprii sventolando il mantello
e lo calai sul quel suo muso da Roditore tenendolo stretto mentre si dimenava
"ne ho assaggiato di acque-chete, ma questa è la più ferma di tutte
non mi irretirai con le tue lusinghe alcaloidi,
non temerò alcun male sognando giardini primevi
giacendo con il capo su pietre aguzze,
raggomitolato su una panchina alla fine della Fiera
non temerò la processione chiassosa degli Dei infuriati
Tu non hai potere su questo Pianeta!"
tuonai, pensai, mugolai, stridettie
affogai la malefica bestiola in una pignatta di cremoso grasso liquido
chiamai Jones, attacca il cocchio, qui abbiamo finito
era un pallido, torbido pomeriggio gioviano.
venerdì 27 novembre 2009
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